La tradizione della Famiglia Ferrajolo nell’antica arte dei burattini risale ai primi del novecento quando Pasquale Ferrajolo ottenne i suoi primi grandi successi di burattinaio. Traendo ispirazione dall’attore-autore napoletano Antonio Petito (dalla critica considerato il più grande Pulcinella di tutti i tempi), Pasquale Ferrajolo si cimentava nella messa in scena di commedie tipiche del teatro classico napoletano proponendole con il suo popolare “Teatrino di Burattini”.

Partecipando ai diversi Festival (tra cui quello di Napoli del 1904) ed eventi legati a questa Tradizione Pasquale Ferrajolo gettò le fondamenta su cui gli eredi hanno costruito una vera e propria tradizione familiare arricchita negli anni con esperienze televisive e nuovi mezzi scenografici.

Dopo una lunghissima serie di successi in tutta Italia Pasquale Ferraiolo si spense nel 1934 lasciando ai figli Francesco e Salvatore la sua arte come eredità. I due fratelli formavano una formidabile coppia di artisti che andò avanti di successo in successo fino allo scoppio della seconda guerra mondiale durante la quale i due fratelli hanno interrotto la loro carriera artistica.

Nel 1949, Francesco, la cui passione per il teatro non si era mai spenta, propose al fratello di riprendere “baracca e burattini” e di riaccostarsi alla carriera artistica ma la sua proposta venne tuttavia respinta. A quel punto Francesco, chiamati a sè i figli Pasquale, Vittorio ed Adriano, formò con essi una nuova compagnia: “I Fratelli Ferrajolo” che diresse magistralmente fino al 1973, anno della sua morte. Calcando le orme paterne i tre fratelli hanno continuato a mietere successi avvalendosi di tecniche teatrali sempre all’avanguardia.

La scomparsa di Vittorio, sopraggiunta nel 1994 mentre era in viaggio per partecipare al Festival dei Burattini di Bergamo, ha lasciato a Pasquale ed Adriano il compito di continuare una tradizione che già vede nei figli dei tre fratelli, tutti attualmente impegnati in quest’attività , gli eredi naturali destinati a perpetuarla negli anni a venire.